“…….la traversata aveva avuto inizio, e la nave, un frammento distaccato della terra, procedeva solitaria e veloce come un piccolo pianeta. Intorno ad essa, gli abissi del cielo e del mare si incontravano formando una frontiera irraggiungibile. Una sterminata solitudine circolare si muoveva con essa, sempre mutevole e sempre la stessa, sempre monotona e sempre imponente.
Di tanto in tanto un altro vagabondo puntino luminoso, carico di vita, appariva in lontananza…e scompariva, incamminato verso il proprio destino……La sorridente grandezza del mare rimpiccioliva l’ estensione del tempo. I giorni si susseguivano uno dopo l’ altro, vividi e rapidi come i lampeggiamenti di un faro, e le notti, ricche d’ eventi e brevi, somigliavano a sogni fuggevoli…….Gli uomini che lavoravano sul ponte erano sani e soddisfatti…come lo sono tutti i marinai, una volta al largo. La vera pace di Dio incomincia in qualsiasi posto situato ad un migliaio di miglia dalla terra più vicina……”
Dedicata all'equipaggio della Quasar I.
So già che proveremo queste emozioni, in fondo il mare è lo stesso da sempre e comunica con noi sempre allo stesso modo, il bisogno di ascoltare la sua voce ci spinge a prendere il largo.
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